Programma politico

Ecco il programma nazionale di un movimento sanamente imperiale. Rivoluzionario perché antidogmatico e antidemagogico; fortemente innovatore, perché antipregiudizievole.
Problema demografico:
una forte politica conoscitiva del forum attraverso un miglioramento del settore esteri per i rapporti internazionali e di propaganda con il fine di ampliare la popolazione della micronazione.
Problema politico:
l'allargamento dell'assemplea rappresentativa ( il fine sarebbe quello di garantire almeno la partecipazione dei rappresentanti di ogni singolo partito).
Problema intermicronazionale:
una politica estera nazionale intesa a valorizzare nelle competizioni pacifiche della civiltà la micronazione imperiale.

17 luglio 2007

INTERVISTA DELL’INDIPENDENTE IMPERIALE A DUX NOBIS

Intervista: Genidus
Risponde: DUX NOBIS


D. Bene, cominciamo con la domanda di rito: come e quando nasce il MSI?

R. Il Movimento Sociale Imperiale nasce il 4 settembre 2006 sulle ceneri del partito Alleanza Imperiale da lì la svolta. Ho preso questo ex-partito e gli ho dato una componente più sociale e mussoliniana trasformandolo completamente, possiamo dire che il MSI è una mia creatura.


D. Quali sono i vostri ideali, i vostri obbiettivi?

R. è un movimento politico che si rifà all'idea fascista. Il fascismo fu un movimento italiano fondato da Benito Mussolini nel 1919. Il nome trae origine dal termine "Fascio". Il significato di tale termine è in primis sociale; cioè esso sta a significare l'unione di tutti i ceti e le classi sociali, di tutte le forze della nazione, per il supremo bene comune de popolo. Secondariamente il Fascio Littorio riprende le antiche glorie dell'Impero Romano, di cui ci sentiamo gli eredi. Pertanto il movimento non è un movimento di estrema destra tantomeno di destra. La nostra idea supera le classiche distinzioni destra/sinistra, nate dalla rivoluzione francese del 1789, perchè ha come obiettivo l'unità della patria. Ed ecco perché non ci chiamiamo partito , la cui origine epistemologica è quella che sta a significare “di parte” ed anche perchè ci proponiamo come "terza via" tra la barbarie socialiste e l'oppressione demoplutocratica superando sia il socialismo che il demoliberalismo. Proponiamo una società produttivistica dove l'iniziativa personale e individuale è fondamentale e incentivata (contrariamente al socialismo) ma non è egoistica e personalistica (contrariamente al liberalismo) bensì mirante tutta al supremo bene nazionale. Essa si concretizza prima con il corporativismo ( o sindacalismo integrale) e poi con la socializzazione delle imprese.Pur non rinnegando nulla della storia che ha visto i fausti del fascismo in Italia, e per la complessità della dottrina, possiamo dire, se volete trovarci una collocazione parlamentare democratica, che il MSI ha le sue radici in quell'area interna al fascismo che si può chiamare "fascismo di sinistra" o primo fascismo (se lo si divide in periodi storici/politici) da cui poi buoni tratti sono stati ripresi dall'esperienza della RSI.


D. Se foste un partito italiano stareste con L'Unione, la CDL o gli Indipendenti?

R. Saremo per il bene del popolo, e contro il sistema partitico vigente in Italia. Oggi in Italia i partiti ed i politici di professione vogliono solo il bene personale e la ricchezza del partito con affari loschi e di sottobanco.


D. Siete soddisfatti degli attuali risultati conseguiti dal vostro partito?

R. Come non potrei esserlo, siamo partiti da zero e abbiamo in meno di un anno raggiunto un seggio in Gran Consiglio. Inoltre abbiamo resistito a chi ci voleva rendere incostituzionali con le conseguenze che il PSDI e il suo capo, promotori di questo forte antifascismo, sono spariti dalla micronazione. Ringrazio tutti i camerati che ci hanno votato ed il grande lavoro svolto dai camerati militanti.


D. Come vedete la situazione attuale della Micronazione?

R. Se ci si riferisce ad Impero appena avuta la cittadinanza e fondato il MSI c’era molto fermento e dinamismo, adesso sembra che ci sia un certo torpore, e la sua evoluzione si sia rallentata. In generale il progetto della micronazione mi affascina.


D. In un suo saggio sui “Populares”, Duck Luca scrive testualmente che a fine ottobre 2006 nascono in Impero “nuovi partiti, nuove idee e nuovi progetti. Tutti però caratterizzati da un colore nero, sono infatti nati il Movimento Sociale Imperiale, di DVX Nobis, il Partito della Distinzione Sociale (PDS), con Rockdeier al comando, e la Casa del Fascio. L’estrema destra quindi ha la possibilità di unirsi in una coalizione per tentare l’assalto al governo.” L’idea nacque da Rockdeier, che per primo parlò di una “tripla alleanza” di estrema destra in Impero. Alla fine, cosa ne fu di questo progetto, perché fallì e quali conseguenze, a suo avviso, avrebbe avuto sulle elezioni dell’aprile 2007?

R. Sicuramente dal punto di vista della strategia politica Duck aveva visto bene ma tra la teoria e la pratica in politica ce ne passa. Premetto che una mia caratteristica e anche del MSI è quello di essere antipregiudizievole e antidogmatico però i fatti hanno dimostrato che Casa del fascio e il suo capo partito erano delle nullità. Infatti mi chiedevo come uno tizio possa costituire un nuovo partito con un programma le cui basi sono identiche al MSI senza entrare in un movimento preesistente come il MSI . Ma poi si è capito che c’era dietro solo la smania di potere di una persona che aveva scambiato fascismo per violenza, razzismo e forte senso di individualismo. Con Rockdeider, beh!! Il suo programma io non l’ho capito, gli dissi comunque di gettare le basi di questo accordo e poi ne avremmo discusso. Io non compro nulla a scatola chiusa. Dicasi anche con il vecchio partito dei fasci combattenti.


D. Il MSI, come del resto tutti partiti “neofascisti” imperiali, non è mai salito al Governo. Quali sarebbero i presupposti per un’eventuale salita al Governo del MSI? Sareste disposti a rinunciare a parte dei vostri ideali e trascorsi storici pur di partecipare alla formazione di un Governo?

R. Io non ho nessun pregiudizio ma abbiamo punti fondamentali su cui il nostro progetto si fonda, e che ci dà una identità, sul resto se ne può discutere. Noi siamo qua, presentateci un progetto, se lo riteniamo valido lo appoggeremo con tutti noi stessi.


D. E’ corretto, col MSI, parlare di “estrema destra”?

R. Come già precedentemente indicato il MSI non è di estrema destra, comunque posso citare una frase di Mussolini a proposito: “I nostri programmi sono decisamente rivoluzionari, le nostre idee appartengono a quelli che in regime democratico si chiamerebbero di sinistra. Su ciò non può esserci nessun dubbio: NOI siamo i proletari in lotta contro il capitalismo. Se questo è vero, rivolgersi alla borghesia agitando il pericolo rosso è assurdo. Lo spauracchio vero, il pericolo autentico, la minaccia contro cui lottiamo senza sosta viene da destra”.


D. Cosa vi aspettate per le prossime elezioni? Come vanno, se già ci sono, i preparativi?

R. Ci aspettiamo sicuramente di consolidare il nostro risultato, inoltre il nostro movimento nell’ultimo periodo ha avuto una forte evoluzione, grazie soprattutto al contributo di validi camerati che sono componenti dello staff del MSI quali il camerata Ludus responsabile della comunicazione e propaganda del movimento e del camerata Tosco vice-capo. Abbiamo un blog su internet grazie al camerata Ludus. Abbiamo da poco rinnovato il simbolo, approvato dai militanti. Inoltre stiamo preparando lo statuto che, dopo le eventuali modiche, sarà approvato a votazione tra i nostri militanti , come è avvenuto per il simbolo.


D. Se un domani l’ATI, l’UDI o IpN vi chiedessero di entrare in coalizione, quale sarebbe la vostra risposta o le vostre risposte?

R. Parliamone, vale la stessa risposta circa il nostro impegno nel governo.


D. Come sono i rapporti col PCI e con la sinistra in genere?

R. Su alcune cose siamo sulla stessa linea d’onda, su altre meno. Nel generale, ideologicamente, siamo profondamente diversi. La nostra idea di Stato è prima di tutto etico, morale e spirituale, nella nostra idea non si cerca la supremazia di una classe o lo scontro tra classi ma la cooperazione, non cerchiamo l’abolizione della proprietà privata ma la incentiviamo senza però esasperarla. Noi siamo socialisti nel termine proprio del sociale, della socialità.


D. A proposito di politica italiana: secondo lei, come è la situazione dei neofascisti in Italia?

R. Io li ritengo alla stessa stregua delle altre fazioni politiche italiane, già il definirsi neofascisti significa qualcosa di diverso dal fascismo. Per me è un movimento nato da una delle pagine più brutte dell’Italia quella terrorismo e della strategia della tensione. Oggi questi pseudo-fascisti sono disintegrati in miriadi di partiti, partitini vari e faticano ad unirsi, dimostrazione che sotto i neofascisti ci sono persone che pensano solo al proprio tornaconto senza aver compreso perfettamente il vero spirito del “fascio” e cioè quello di unire.


D. Cosa sarebbe successo senza il 25 luglio e la caduta del Terzo Reich e dei suoi “alleati”?

R. Personalmente non saprei, forse è stato anche un bene che Hitler non abbia vinto, altrimenti saremo diventati una colonia dei grucchi. In generale potrei risponderle con quello che si era progettato di fare nel caso di vittoria, ciò lo si conosce dall’ultima intervista a sua eccellenza il DVCE del 22 aprile 1945 egli scrive: “Dicono che ho errato, che dovevo conoscere meglio gli uomini, che ho perduta la testa, che non dovevo dichiarare la guerra alla Francia e all’Inghilterra. Dicono che mi sarei dovuto ritirare nel 1938. Dicono che non dovevo fare questo, e che non dovevo fare quello. Oggi è facile profetizzare il passato. Ho una documentazione che la storia dovrà compulsare per decidere. Voglio solo dire che, a fine maggio e ai primi di giugno del 1940 se critiche venivano fatte erano per gridare allo scandalo di una neutralità definita ridicola, impolitica, sorprendente...” . Ricordatevi che Mussolini coniò il termine di non belligeranza “…La Germania aveva vinto. Noi non solo non avremmo avuto alcun compenso; ma saremmo stati certamente, in un periodo di tempo più o meno lontano, invasi e schiacciati. E cosa fa Mussolini? Quello si è rammollito. Un’occasione d’oro così, non si sarebbe mai più ripresentata. Così dicevano tutti e specialmente coloro che adesso gridano che si doveva rimanere neutrali e che solo la mia megalomania e la mia libidine di potere, e la mia debolezza nei confronti di Hitler aveva portato alla guerra. La verità è una: Hitler aveva già vinta la partita continentale. Non aveva bisogno di noi. Ma non si poteva rimanere neutrali se volevamo mantenere quella posizione di parità con la Germania che fino allora avevamo avuto. I patti con Hitler erano chiarissimi. Ho parlato sempre col Führer della sistemazione dell’Europa e dell’Africa. Non abbiamo mai avuto divergenze di idee. Già all’epoca delle trattative per lo sgombero dell’Alto Adige, controprova indiscutibile delle sue oneste e solidali intenzioni, il Führer dimostrò buon volere e comprensione. La sistemazione dell’Europa avrebbe dovuto attuarsi in questo modo: l’Europa divisa in due grandi zone di influenza: nord e nord-est influenza germanica, sud, sud-est e sud-ovest influenza italiana. Cento e più anni di lavoro per la sistemazione di questo piano gigantesco. Comunque, cento anni di pace e di benessere. Non dovevo forse vedere con speranza e con amore una soluzione di questo genere e di questa portata? In cento anni di educazione fascista e di benessere materiale il Popolo italiano avrebbe avuto la possibilità di ottenere una forza di numero e di spirito tale da controbilanciare efficacemente quella oggi preponderante della Germania. Una forza di trecento milioni di europei, di veri europei, perché mi rifiuto di definire gli agglomerati balcanici e quelli di certe zone della Russia anche nelle stesse vicinanze della Vistola; una forza materiale e spirituale da manovrare verso l’eventuale nemico di Asia o di America. Solo la vittoria dell’Asse ci avrebbe dato diritto di pretendere la nostra parte dei beni del mondo, di quei beni, che sono in mano a pochi ingordi e che sono la causa di tutti i mali, di tutte le sofferenze e di tutte le guerre. La vittoria delle Potenze cosiddette alleate non darà al mondo che una pace effimera e illusoria.”.


D. Ha ancora senso rivolgersi alla figura di Mussolini (sia esso il “primo Mussolini”, il dittatore, il “fondatore della Repubblica di Salò”) oggi?

R. L’ho fatto e lo rifarò sempre, egli è padre fondatore dell’idea più innovatrice e attuale che oggi esista, un idea rivoluzionaria in tutti i sensi. Ha messo insieme diverse forze politiche, ha unito, quando oggi si cerca i dividere. Egli ha tracciato il solco, la via da seguire ora sta noi seminare per raccogliere i frutti buoni di questa idea. Indi per cui ci si rivolge al lui per non perdere i fondamenti dell’idea.


Genideus: Grazie per la sua disponibilità.

DUX NOBIS: Grazie al lei per l’occasione offertaci.

(Intervista rilasciata il 4 luglio 2007)